Una partita a scacchi con la vita

Erano seduti a tavolino, Uomo e Vita, l’uno davanti all’altro. Tra di loro un piccolo tavolino di frassino ed una scacchiera di marmo. Vita prese per prima la parola e disse:

-Questa è una scacchiera particolare, Uomo, hai la possibilità di schierare su di essa chi desideri. Sceglierai tu chi sono i tuoi scacchi. Per cominciare, ovviamente, tu sarai il re- e mentre finiva di pronunciare quella frase, lo scacco di marmo bianco prese le sue sembianze e così fece anche quello nero.

Superato un principio di meraviglia, Uomo chiese: -Perché anche il tuo re ha assunto le mie sembianze? –

-Hai mai visto, per caso, una scacchiera con due set di scacchi diversi?-

-Hai ragione- rispose corrucciando il viso

-Ora ti tocca scegliere tutti gli altri scacchi-

-Cioè? Devo associare una persona ad ognuno?-

-Esattamente, cominciamo dalla regina-

-Beh, la regina è mia moglie, senza dubbio- e, ancora una volta entrambi gli scacchi corrispondenti assunsero le dovute sembianze.

-Perfetto, ora scegli due alfieri. Negli eserciti, all’alfiere era consegnata l’insegna; a chi daresti la bandiera della tua vita per rappresentarla?-

-A mio fratello e a mia sorella, loro la saprebbero portare con onore-

-Eccellente, proseguiamo con i cavalli. Sono animali agili, in grado di farti superare gli ostacoli che ti si pongono davanti nella vita-

-Allora opterei per i miei due migliori amici, loro mi hanno sempre aiutato ad andare avanti nei momenti di difficoltà-

-Magnifico, e per le torri? Le torri possono proteggere il re in caso di attacco. Sono sempre un rifugio sicuro-

-Senza dubbio i miei genitori, sono loro il mio rifugio sicuro, su di loro posso sempre fare affidamento, in qualsiasi momento della mia vita- e le trasfigurazioni, intanto, proseguivano

-Siamo giunti alla fine, i pedoni. I pedoni sono ben otto, e sono quelli che per primi vengono sacrificati in battaglia-

-È difficile trovare nella quotidianità chi sia disposto a dare la vita per te, ma oltre i miei due cavalli ho altri ottimi amici. Sicuramente combatterebbero al mio fianco, anche se non hanno l’agilità di un cavallo-

-Lo schieramento è completato, ma prima di cominciare vorrei invitarti a riflettere su una cosa. Se cominciassimo la nostra partita potrebbe benissimo capitare che i tuoi migliori amici mangino “ad L” uno dei tuoi genitori, una torre. O potrebbe capitare che tuo fratello, l’alfiere bianco, colpisca sua mamma, la regina nera. Insomma, questa scacchiera è fatta dei tuoi affetti, ma duplicati ed è questo che permetterebbe scontri del genere. Capisci cosa intendo? – chess-king

-In realtà non ho ben compreso dove vuoi arrivare, Vita-

-Voglio dire che nella vita è sempre necessario avere un’unica direttrice. Sei venuto da me chiedendomi come si può vivere serenamente. Ecco, si vive serenamente senza creare doppioni. Un doppione di te sarebbe un te mascherato, una moglie doppione sarebbe qualcuna che immagini e che è diversa dalla persona che hai accanto e devi accettare nei pregi e nei difetti. E vale per tutti gli altri. Noi spesso, nella nostra mente idealizziamo un alter ego delle persone che vogliamo bene, per dipingerle esattamente come vorremmo che fossero, ma ciò è sbagliato. Gli alter ego finiscono per scontrarsi, come sulla nostra scacchiera e la scacchiera è la nostra mente e in essa non rimarrebbe che un’immensa confusione. Vuoi essere sereno? Accetta ogni persona importante per quello che è, senza pretendere di crearne una identica, ma priva dei suoi difetti-

-Ho capito Vita, questa partita a scacchi è meglio non giocarla è piena di alter ego-

-Una partita a dama? Che ne pensi? Lì le pedine sono monotonamente uguali- disse con il sorriso sulle labbra.

-Vada per la dama- concluse felice Uomo.

 

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