Centosette gradini per raggiungere il rifugio del saggio, ma Aharon aveva davvero bisogno di sapere.
Afferrò il freddo battente di ottone, che aveva la forma di una testa di drago, e bussò tre volte sul portone di legno. Aprì un anziano uomo con una vestaglia da notte ed una barba che quasi sfiorava il pavimento:
-Salve ragazzo, come mai sei salito fin qui?-
-Ho bisogno del suo aiuto-
-Accomodati-
Lo fece entrare nella sua abitazione di legno. Un tavolino circolare si poggiava su un piccolo tappeto e delle candele profumate colmavano le narici di una rilassante fragranza.
-Mi hanno detto che lei è un saggio, può rispondere a qualsiasi domanda –
-In realtà, ognuno di noi può rispondere alle domande che si pone. Non lo fa per pigrizia, per scarsa fiducia nella sua persona o perché il suo giudice interiore non lo reputa adatto. Per questo motivo ci si rivolge ad altri, ma gli altri, me compreso, non fanno altro che far partorire a te le risposte alle domande che poni. Se sei disposto a fare questo, io ti ascolto –
-Sì signore, ho davvero cose importanti da chiarirmi-
-Bene, chiedi pure –
-È vero che chi ama soffre due volte? –
-Se intendi che ogni difficoltà dell’amato o dell’amata diventa propria hai ragione. Questo non vuol dire che la sofferenza si può contare o sommare. Non esistono più sofferenze. Si soffre per questioni di vita e l’amore è una questione di vita e la persona amata diventa parte della vita stessa –
-Perché si prova una sensazione d’impotenza quando chi ami soffre?-
-Perché per lui o lei faresti qualsiasi cosa per migliorare il suo stato d’animo, ma devi farlo senza avere la pretesa di possedere necessariamente la soluzione. Talvolta è sufficiente ascoltare e rimanere in silenzio, dare un abbraccio, senza ostinarsi a trovare una soluzione che risiede soltanto nel tempo-
-Quindi, può essere meglio lasciare sola la persona finché non risolve i suoi problemi?-
-Stare in silenzio non vuol dire lasciarla sola. L’empatia non è dell’amante, quindi non pretendere da te stesso di riuscire a rimanere lucido di fronte ai problemi di chi ami. Se vuoi piangere piangi, se riesci a tenerti forte fallo. Chi ti ama capirà sempre la tua reazione e le tue emozioni –
-Perché mi sento in colpa di soffrire insieme a lei? Mi sembra di non essere forte abbastanza per darle sostegno –
-Perché, ancora una volta, il tuo giudice è severo. Se fosse un giudice equo lascerebbe a te e a lei lo stesso spazio di sofferenza e di sfogo. Soffrire per chi si ama non è una colpa, al massimo è un’ennesima prova d’amore –
-Se lei si chiude in sé e non mi lascia spazio di aiutarla come si fa?-
-La persona che hai davanti va rispettata. Se ha bisogno di sfogarsi ascolta, se vuole stare in silenzio rispetta la sua volontà-
-Avrei un’ultima domanda: abbiamo detto che non si soffre due volte, quindi anche per le gioie vale lo stesso?-
-Esatto, i sentimenti non sono una cosa che si conta. In amore si gioisce in due e si soffre in due, sono le persone che si sono moltiplicate, non i sentimenti, che restano ugualmente quelli che umanamente ci caratterizzano –
-Grazie signore –
Aharon uscì dalla casa del saggio e ad ogni gradino rifletteva sulle sue parole. Forse non aveva mai saputo gestire le difficoltà delle persone che amava, forse la sua sensibilità era troppo forte per capire o semplicemente la sua mente troppo preoccupata di cercare una soluzione per fermarsi e stare semplicemente in un complice silenzio. L’amore non ha bisogno di grandi parole, ma di grandi persone che pronunciano piccole parole adatte.